Ceviche a colazione... il mio primo libro!

27 marzo 2016

L'alleanza perversa

Rispolverando vecchie cartelle nel mio archivio, mi sono imbattuto in una lettera che quasi 15 anni fa ho inviato a Umberto Eco, defunto da poco, com'è noto, e che ho scoperto con gradita sorpresa come sia ancora disponibile nella rete.
L'occasione mi era stata data dalla querelle provocata dalla pubblicazione da parte della Fallaci de La rabbia e l'orgoglio, sul Corriere della Sera, a cui avevano subito risposto Galimberti, Fo, Saramago, la Maraini e Eco stesso, alimentando un dibattito che tuttora è purtroppo molto vivo, ma che in realtà era stato attizzato 5 anni prima da The Clash of Civilizations di Samuel Phillips Huntington, che all'epoca non conoscevo. Con i miei alunni di allora, a Belo Horizonte, avevo comunque avviato una proficua discussione, molto puntuale rispetto agli eventi che stavano verificandosi, e avevo voluto darne notizia a Eco.
Gli scrivevo:
"Caro Umberto, sono un insegnante di una scuola italiana all'estero, la Fundação Torino di Belo Horizonte. Ai miei alunni, quasi tutti brasiliani, tra i 16 e i 18 anni, ho letto e dibattuto in classe gli articoli di Galimberti, Fo, Saramago, Fallaci, Maraini, nei prossimi giorni leggerò il suo. L'esito scaturito sinora è curioso, perché, come è giusto che sia, in fondo, si è riconosciuta la ragione un po' a tutti. Ma, proprio grazie a ciò, si è messo in evidenza un carattere che la civiltà occidentale ha conquistato faticosamente nell'arco dei secoli, e cioè la libertà di espressione associata alla predisposizione all'autocritica e all'obiettività. Guai a noi se ci lasciamo trascinare dai fanatici musulmani a un conflitto ideologico tra loro e noi, sarebbe una regressione all'epoca delle crociate, con la conseguente cancellazione di tutto quanto è venuto poi. Oggi l'Islam sta vivendo il proprio medioevo, mentre all'epoca di quello occidentale ha vissuto il periodo di maggior splendore. Il futuro, secondo me, ci riserva due prospettive, o la rottura di questa catena e la valorizzazione dei lati positivi di tutte le culture, con la conseguente crescita ideologico-morale della specie, o una sempre più accesa conflittualità. Spero che si verifichi la prima ipotesi e sto cercando di dare il mio modesto contributo alla realizzazione di questo sogno. Roberto Marras".
Purtroppo, nel corso degli ultimi 15 anni, condizionato dalla volontà politica, si è invece realizzato il mio secondo pronostico, e oggi stiamo vivendo l'incubo islamista, laddove, come ho già messo in evidenza più volte, invero i "fanatici musulmani" - i fascisti musulmani, come li definisco tra i miei alunni di oggi - sono un prodotto del più bieco Occidente imperialista e prevaricatore (che in passato li ha usati contro il comunismo e altri nemici, come i Russi postsovietici), lo stesso che vuole arraffare tutte le risorse mondiali, attraverso interventi senza scrupoli giustificati dall'esistenza di un nemico che, appunto, è stato alimentato ad arte e continua ad esserlo, in un'alleanza perversa (Isis, Trump, Salvini, tutti i razzisti e le "destre", nonché i furbi seminatori di zizzania) di cui tutti siamo vittime, soprattutto del rischio di ricadere in un abisso infernale in cui i diritti umani e civili saranno sempre più calpestati come ai tempi del nazifascismo, appunto.
Anche Varoufakis, in una recente intervista, pur non potendo essere esplicito come lo sono io, data la sua veste di ex ministro e politico, ha parlato di terrorismo da non alimentare più con reazioni inappropriate.
A buon intenditore, poche parole.

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